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al testo di Franco Bonvini
Piste del sogno
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Io ci provo ancora, il giorno. Imbocco il sentiero che s' addentra nel bosco e che seguendo la vecchia ferrovia arriva alla cava da cross, dove l' argilla rossa appesantiva le ruote e le ruote si ribellavano schizzandola ovunque. Il sentiero è cambiato la vecchia ferrovia non si vede più coperta d' erba e terra e gli alberi che mi guardavano e guardano passare sono più alti, così sembro più piccolo, ma li riconosco, e anche loro credo e tra qualche giorno vestiranno a fiori per il prossimo passaggio. Qualcuno è caduto lungo il sentiero e rallenta il passo già lento di suo altri si son fatti belli, di altri restano solo le radici. La cava invece non è cambiata, lì sono cambiato io, l' argilla rossa in questo giorno di sole impolvera solo un poco le scarpe, questa bici non ce la fa la devi accompagnare alle salite e non decolla verso il cielo. E così la sera. Imbocco il sentiero che s' addentra nei sogni e che seguendo vecchie piste arriva alle stelle, fin dove le stelle correvano e giocavano e io correvo con loro. Anche qui il sentiero è cambiato le vecchie piste non si vedono quasi più coperta di bollette e impegni, e fastidi ma le stelle che mi guardavano e guardano passare sono infinite, così sembro sempre io il più piccolo, e le riconosco, e anche loro credo qualcuna manca altre hanno forme familiari e tra un po' brilleranno più forte per quando tornerò lassù. Non così la notte. Dentro il sogno nessuna mancanza e i più bei sogni giocano ancora tra le mani. versione estesa https://bonvinifranco.wordpress.com/2019/03/01/piste-del-sogno/
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Franco Bonvini
- 05/03/2019 20:15:00
[ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]
Sì,probabilmente è così. Grazie, mi fa piacere ti sia piaciuta. Buona serata.
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Klara Rubino
- 05/03/2019 11:14:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
Questa poesia mi colpisce per la tripartizione tra giorno, sera e notte, che io interpreterei con valenza metaforica, come se il giorno fosse la giovinezza, i sogni e gli attimi da sogno di allora, i ricordi ed i confronti di adesso; la sera fosse letà matura, col desiderio di ricongiungersi e riconoscersi col passato, ed infine la notte. La notte è il regno dei sogni, ciò che cè dopo la luce del giorno e della coscienza vigile, una dimensione misteriosa, apparentemente nascosta, ma vitale; di notte i sogni non si scontrano più con la realtà, ma la plasmano senza limiti di sorta... similmente a ciò che potrebbe esserci dopo la vita, anche perché lultima strofa è preceduta da " per quando tra un po tornerò lassù". Per questo e per la verità di sentire che contiene ho molto apprezzato la tua poesia Franco. Ti saluto, augurandoti una buona giornata!
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