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Piste del sogno

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Io ci provo ancora, il giorno.
Imbocco il sentiero che s' addentra nel bosco
e che seguendo la vecchia ferrovia arriva alla cava da cross,
dove l' argilla rossa appesantiva le ruote
e le ruote si ribellavano schizzandola ovunque.
Il sentiero è cambiato
la vecchia ferrovia non si vede più
coperta d' erba e terra
e gli alberi che mi guardavano e guardano passare sono più alti,
così sembro più piccolo,
ma li riconosco, e anche loro credo
e tra qualche giorno vestiranno a fiori
per il prossimo passaggio.
Qualcuno è caduto lungo il sentiero
e rallenta il passo
già lento di suo
altri si son fatti belli,
di altri restano solo le radici.
La cava invece non è cambiata,
lì sono cambiato io,
l' argilla rossa in questo giorno di sole
impolvera solo un poco le scarpe,
questa bici non ce la fa
la devi accompagnare alle salite
e non decolla verso il cielo.

 

E così la sera.
Imbocco il sentiero che s' addentra nei sogni
e che seguendo vecchie piste arriva alle stelle,
fin dove le stelle correvano e giocavano
e io correvo con loro.
Anche qui il sentiero è cambiato
le vecchie piste non si vedono quasi più
coperta di bollette e impegni, e fastidi
ma le stelle che mi guardavano e guardano passare sono infinite,
così sembro sempre io il più piccolo,
e le riconosco, e anche loro credo
qualcuna manca
altre hanno forme familiari
e tra un po' brilleranno più forte
per quando tornerò lassù.

 

Non così la notte.
Dentro il sogno nessuna mancanza
e i più bei sogni giocano ancora tra le mani.

 

 

versione estesa 

https://bonvinifranco.wordpress.com/2019/03/01/piste-del-sogno/

 Franco Bonvini - 05/03/2019 20:15:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Sì,probabilmente è così.
Grazie, mi fa piacere ti sia piaciuta.
Buona serata.

 Klara Rubino - 05/03/2019 11:14:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Questa poesia mi colpisce per la tripartizione tra giorno, sera e notte, che io interpreterei con valenza metaforica, come se il giorno fosse la giovinezza, i sogni e gli attimi da sogno di allora, i ricordi ed i confronti di adesso; la sera fosse l’età matura, col desiderio di ricongiungersi e riconoscersi col passato, ed infine la notte.
La notte è il regno dei sogni, ciò che c’è dopo la luce del giorno e della coscienza vigile, una dimensione misteriosa, apparentemente nascosta, ma vitale; di notte i sogni non si scontrano più con la realtà, ma la plasmano senza limiti di sorta... similmente a ciò che potrebbe esserci dopo la vita, anche perché l’ultima strofa è preceduta da " per quando tra un po’ tornerò lassù".
Per questo e per la verità di sentire che contiene ho molto apprezzato la tua poesia Franco.
Ti saluto, augurandoti una buona giornata!

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